domenica 31 agosto 2014

Carlina


Carlina (carlina delle Alpi, carciofo di montagna), Carlina Acaulis-composite. RICONOSCIMENTO: piantina aderente al terreno, con il fusto assente o ridotto ai minimi termini. Le foglie, dentate o pennate, spinose, sono disposte in una rosetta basale, attorno a un capolino fiorale (10 cm di diametro) grande, circondato da brattee bianco-argentate. I fiori sono di colore viola-porporino, compaiono in estate-autunno e producono acheni oblunghi e pelosi. 
Frequente (talvolta infestante) in prati e pascoli alpini e appenninici, dai 500 ai 2000 metri, facilmente riconoscibile dal grande capolino fiorale. PROPRIETA': contiene enulina, resina e sali; è sudorifera, stimolante e tonica di stomaco e fegato. Più utilizzata in passato di quanto lo sia oggi. IMPIEGO: decotto e infuso (addolciti con miele poiché molto amari) in caso di influenza, insufficienza epatica, problemi digestivi e inappetenza. Il decotto è utile per la pulizia della pelle acneica. 
I capolini, privati dei fiori tubolari e delle brattee, presentano una parte carnosa con sapore molto buone, che può essere cucinata come i carciofi. AVVERTENZE: data la raccolta indiscriminata che a volte è stata fatta di questa pianta per essiccarla a fini decorativi, in alcune zone è dichiarata specie protetta. Meglio quindi informarsi delle norme floristiche o coltivarne alcuni esemplari in giardino dove possibile. 
SI UTILIZZA: la radice raccolta in autunno, tagliata a pezzi e fatta essiccare lentamente. A scopo alimentare si raccolgono i capolini durante l'estate. CURIOSITA': viene spesso usata per composizione di fiori secchi. Le brattee sono igroscopiche: si distendono con tempo secco e si raddrizzano con tempo umido. Talmente comune negli ambienti montani da esserne diventato un simbolo assieme alla più rara stella alpina.

Nessun commento:

Posta un commento