giovedì 18 gennaio 2018

Vampiri Energetici


Vampiri Energetici, chi sono e come proteggersi
Possiamo assorbire energia dagli altri? Esistono davvero delle persone "tossiche" che rubano e risucchiano le nostre energie? Li chiamano vampiri energetici. Si tratterebbe di persone che si nutrono della nostra energia personale, spesso in modo del tutto inconsapevole.La loro natura li porta a prosciugare le migliori energie delle persone che trascorrono del tempo accanto a loro. Secondo chi crede nel vampirismo pisco-energetico, un ‘vampiro’ può essere qualcuno che ci passa accanto, che lavora con noi o che fa parte della nostra famiglia.
Pare che le vittime preferite dei vampiri energetici siano le persone ‘troppo buone’, quelle che farebbero di tutto per aiutare gli altri, anche chi, purtroppo, vuole solo approfittare di loro. Chi teme di essere la vittima ideale dei vampiri energetici deve imparare a difendersi, ad esempio cercando di capire come distinguere chi ha davvero bisogno del loro aiuto da chi non è altro che un opportunista.

Magari la definizione di vampiri energetici può sembrare un po’ esagerata. Purtroppo però nella vita può capitare davvero di incontrare delle persone opportuniste che approfittano della nostra bontà e che sfruttano la nostra gentilezza per raggiungere i propri obiettivi e da cui non possiamo aspettarci nemmeno un semplicissimo grazie. Se pensiamo di aver incontrato una persona di questo tipo, possiamo provare a dire davvero di ‘no’ quando le richieste diventano continue ed eccessive e quando ci rendiamo conto di essere trattati senza un briciolo di rispetto.

Come difendersi dai vampiri emotivi
Ora che abbiamo imparato a riconoscerli, vediamo come difenderci dai vampiri energetici.
Manifestate disagio verso i suoi comportamenti: soprattutto quando il vampiro energetico fa parte della nostra famiglia o se si tratta di un amico molto stretto, può capitare di essere vittima di un vero e proprio ricatto emotivo: diventa quindi difficile non assecondarlo. In questo caso la prima cosa da fare è manifestare il vostro disagio facendo notare in modo tranquillo e pacato che alcuni suoi atteggiamenti vi rendono infelici: una persona intelligente farà più attenzione e proverà a modificare il suo comportamento. Inoltre è importante imparare a dire no alle sue richieste senza senso: mostrarsi convinti e forti lo metterà fuori combattimento.
Create una barriera interna: costruitevi una barriera psicologica contro il vampiro emotivo, una sorta di scudo protettivo: se siete convinti che non potrà attaccarvi, allora avrete ottime probabilità di non farvi sopraffare, lasciando intatta la vostra energia vitale.
Se il vampiro non cede è il momento di interrompere i rapporti: potete anche proporre al vampiro emotivo di consultare uno specialista ma ciò solo se, da parte sua, c'è una reale volontà di cambiare. In casi estremi, sarà invece il caso di interrompere ogni rapporto. Queste persone infatti possono con il tempo minare la vostra autostima e la vostra felicità quindi meglio tenerle alla larga e frequentare persone che contribuiscono a migliorare la vostra vita, invece di peggiorarla.


giovedì 9 luglio 2015

Pino Silvestre


Pino silvestre (pino comune, di montagna o di Scozia), Pinus Silvestris - conifere. RICONOSCIMENTO: elegante conifera a rapido accrescimento, con fusto (35-40 metri) diritto, slanciato, e corteccia rosso-brunastra fessurata con placche. La chioma è leggera, non folta, di forma ovale o irregolare a seconda delle sottospecie. Le foglie aghiformi sono verde chiaro, riunite a coppie e spesso ritorte su se stesse. 
I fiori maschili, piccoli, sono posti alla base del germoglio, quelli femminili riuniti in coni all'apice. Il frutto è un cono (pigna) ovoidale, allungato, dapprima verdastro, poi grigio-brunastro. Abbastanza comune nelle vallate alpine e appenniniche fino ai 2000 metri di quota e oltre. Predilige i luoghi assolati e i terreni ricchi di silice. Spesso viene coltivato come pianta ornamentale o utilizzato per il rimboschimento. PROPRIETA': ricco di resina e olio essenziale, è balsamico, antisettico, espettorante, diuretico. 

IMPIEGO: decotto, infuso, sciroppo per tossi e affezioni dell'apparato respiratorio, infezioni dell'apparato urinario, gotta e reumatismi. Sopratutto la resina ha una marcata azione espettorante e viene utilizzata per tosse e malattie bronchiali in genere. Bagni e lavaggi per i dolori reumatici e per disinfettare la pelle; utili i pediluvi con l'infuso o l'essenza delle gemme in caso di eccessiva traspirazione. L'infuso o l'essenza aggiunti all'acqua del bagno per profumare, purificare e tonificare il corpo. 
Particolarmente rinomata è la grappa di pino, con proprietà balsamiche e digestive. SI UTILIZZA: le gemme all'inizio della primavera, asportandole prima dell'apertura e facendole essiccare poi in strati sottili su telai, oppure in forno a bassa temperatura. Si possono utilizzare anche le foglie (aghi) e la resina. CURIOSITA': fumigazioni e vapori con la resina sono consigliati per purificare l'aria in ambienti in cui soggiornano i malati. 

Piantaggine





Piantaggine (lingua di cane, orecchia d'asino). Plantago Major, P. Lanceolata, P. Media - plantaginacee. RICONOSCIMENTO: gruppo di erbacee con rizoma fibroso dal quale si dipartono più steli fiorali (20-30 cm). Le foglie sono disposte a rosetta, spesso aderenti al terreno, con forma lanceolata (P. lanceolata) o ovato-ellittica (P. major), dotate di lungo picciolo e solcate da robuste nervature. I fiori sono portati su un alto scapo a forma di spiga; fiorisce dalla primavera all'autunno. 
Molto comune vicino ai sentieri, nei prati umidi di montagna, negli incolti e nei campi. Assume talvolta carattere infestante e resiste bene al calpestio e alla siccità. PROPRIETA': tutte le specie raggruppate sotto il nome di piantaggine presentano tannino, mucillagine, saponine, sali di potassio e magnesio; sono astringenti, vulnerarie, risolventi, oftalmiche. 

IMPIEGO: tintura e infuso in caso di diarrea, enteriti, dissenteria, catarri bronchiali. Per uso esterno: cataplasma delle foglie pestate e del succo su paghe, piccole ferite, scottature e pinture d'insetti; infuso per lavaggi e impacchi su occhi infiammati o con congiuntivite, gargarismi in caso di angina. L'utilizzo cosmetico prevede l'impiego dell'infuso come lozione per il viso in caso di acne; aggiunto all'acqua del bagno ha effetto emolliente e rinfrescante. In cucina può essere usata fresca per gustose insalate, oppure lessata con altre verdure; alle minestre dona un bel colore verde. 

SI UTILIZZA: le foglie raccolte in primavera, fresche o fatte essiccare in luogo idoneo; più raramente i semi maturi e la radice essiccati velocemente al sole. A scopo alimentare si raccolgono le foglioline centrali della rosetta, prima che siano troppo grandi e coriacee. CURIOSITA': le lunghe spighe fiorali, dopo la maturazione, sono molto appetite dai canarini. Le piantaggini sono piante reperibili per tutto il corso dell'anno e quindi potrete consumarle fresche anche durante la stagione invernale. 

Peperoncino



Peperoncino; Capsicum annuum - solanacee. RICONOSCIMENTO: pianta con fusto eretto, foglie alterne, ovato-lanceolate, picciolate e nervature evidenti. I piccoli fiori bianchi compaiono in tarda primavera-estate. I frutti, di diversa forma e colore a seconda della varietà, sono una specie di bacca carnosa, cava all'interno, ricca di semi. Originario de centro america, venne importato in Europa alla fine del 1500 e da allora si è diffuso con molte varietà sia a frutto dolce (peperone) che piccante. 
PROPRIETA': ricco di vitamina C, A e PP, presenta capsaicina - sostanza eccitante della mucosa intestinale con azione revulsiva - e lecitina; quest'ultima, combinandosi con il colesterolo, mantiene elastiche le arterie e abbassa la pressione sanguigna. E' in oltre antiossidante, rubefacente, regolatore delle attività intestinali ed epatiche. 

IMPIEGO: nel cibo, in polvere, tintura e pasticche come regolatore di intestino, fegato e stomaco; una regolare assunzione aiuta a combattere vene varicose, eccesso di colesterolo, arteriosclerosi, reumatismi, artrosi, emorroidi. In farmacia la capsicina viene utilizzata per la preparazione di pomate rubefacenti utili in caso di dolori reumatici. L'impiego in cucina del peperoncino come pianta aromatica non ha bisogno di descrizione: sapientemente dosato valorizza un gran numero di pietanze. 


SI UTILIZZA: le bacche carnose, in dosi minime, fresche o più frequentemente essiccate e ridotte in polvere.  AVVERTNZE: rispettare le dosi, poiché un uso eccessivo può causare infiammazioni gastro-intestinali e renali. Sconsigliato a chi soffre di reni, ulcera, gastrite e acidità di stomaco. Esternamente il contatto può causare la formazione di vesciche e ulcere. CURIOSITA': in passato venne chiamato "droga dei poveri" in contrasto con il pepe, aroma invece più raro e riservato alle categorie più agiate. 

Parietaria


Parietaria (erba dei muri o muraria, erba vetriola), Parietaria officinalis - urticacee. RICONOSCIMENTO: erbacea con radice fusiforme e fusto pubescente sdraiato o eretto (40 cm), tenero e carnoso, diviso in rami. Le foglie sono brevemente picciolate, alterne, di forma ovato-lanceolata, soffici al tatto, che con facilità si attaccano ai vestiti. In estate porta fiori verdognoli, piccoli e insignificanti, riuniti in infiorescenze all'ascella delle foglie superiori. Vegeta in grossi cespugli sui muri vecchi e tra le macerie, ma anche in siepi e luoghi ombrosi. 
PROPRIETA': presenta sali di potassio, calcio e zolfo, mucillagine e tannino; è diuretica, espettorante, colagoga, antiflogistica. IMPIEGO: come cibo per una cura depurativa e rinfrescante; succo, infuso, decotto per cistiti e irritazioni dell'apparato urinario; compresse di infuso concentrato o cataplasmi della pianta triturata per emorroidi e ragadi anali. 

I principi attivi della pianta vengono estratti dall'industria farmaceutica e utilizzati, in associazione ad altre sostanze, per la produzione di farmaci diuretici ed emollienti. In cucina si  impiega la pianta intera prima della fioritura o, poi, solo i germogli degli apici. Previa cottura, viene usata per la preparazione di minestre (alle quali dona un bel colore verde); spesso viene associata all'ortica. 
SI UTILIZZA: la parte aerea raccolta in estate; può essere essiccata in locale asciutto e ventilato. A scopo alimentare si usa la pianta intera prima della fioritura, poi solo le sommità più tenere. CURIOSITA': il nome di erba vetriola deriva dalla capacità della pianta (in particolare degli acheni pelosi) di pulire perfettamente vetri, fondi di bottiglie e bicchieri; viene invece detta muraiola per come, grazie al lungo apparato radicale, si ancora tenacemente ai muri, riuscendo spesso a sgretolarli. 

giovedì 2 luglio 2015

Papavero


Papavero (anche papavero selvatico, rosolaccio) Papaver rhoeas - papaveracee. RICONOSCIMENTO: erbacea annuale con radice fusiforme e fusto eretto peloso (40-60 cm), delicato, ramificato. Le foglie sono alterne, picciolate, mono o bipennate, a lobi diseguali. In giugno-luglio compaiono i fiori, solitari, grandi e assai appariscenti, di un bel colore rosso acceso (ma anche rosa o bianchi), con una macchia nera alla base di ciascun petalo. 
Il frutto è una capsula obovale, con numerosi semi neri. Comune dal mare alla zona submontana, è una tipica pianta infestante dei campi di frumento e orzo; molto presente anche lungo le strade, tra le macerie, negli incolti, lungo i fossati. PROPRIETA': presenta morfina, acido meconico, resine, mucillagine e sostanze coloranti; è leggermente sedativo, bechico, pettorale. 

IMPIEGO: l'infuso o lo sciroppo per combattere l'insonnia, nervosismo, eccitazione, ansia, tosse e bronchite; consigliato in particolar per bambini ed anziani poiché non presenta alcun effetto secondario. Per uso esterno si consigliano compresse imbevute di infuso per il mal di denti. Per uso cosmetico, l'infuso per massaggiare la pelle arrossata o applicato  per mezzora tramite compresse contro le rughe. In cucina si possono impiegare i giovani germogli, che hanno sapore molto buono e vengono in genere serviti crudi in insalata; ottimi comunque anche in padella, fritti in pastella o in minestre e risotti. 
SI UTILIZZA: i petali dei fiori alla fioritura (giugno-luglio), avendo cura di prelevarli alla sera, privi di umidità; si essiccheranno poi su piccoli graticci, in luogo ombroso e ben ventilato, evitando che ammuffiscano. A scopo alimentare si raccoglie tutta la pianta prima della fioritura. AVVERTENZE: non ha niente a che vedere con il papavero da oppio, ma in dosi elevate può causare intossicazioni e avvelenamenti, sopratutto negli organismi più deboli. Rispettare scrupolosamente le dosi e non utilizzare le capsule.

Orzo


Orzo; Hordeum vulgare - graminacee. RICONOSCIMENTO: pianta annuale dal fusto eretto (1 metro), cavo, dotato di nodi, e foglie, di colore verde, ruvide, lineari. I fiori sono raccolti in spighe e compaiono in primavera; i frutti sono delle cariossidi racchiuse da glumette esterne a spiga. Di origine asiatica, è tra le più antiche piante coltivate dall'uomo e, probabilmente, lo è stato ancora prima del frumento. 

In Italia e nel resto d'Europa viene coltivato in maniera intensiva. PROPRIETA': particolarmente nutritivo e ricco di amido e fosforo, è antinfiammatorio, rinfrescante, emolliente, galattagogo. IMPIEGO: nell'alimentazione facilita la digestione dei dispeptici, dei malati e dei bambini piccoli, come decotto o malto per convalescenza e debolezza fisica, per infiammazione degli apparati digerente e urinario, nervosismo; l'infuso di malto per agevolare la secrezione del latte. 


Per uso esterno: cataplasmi con la farina per far maturare gli ascessi e contro i dolori reumatici; impacchi con il decotto su occhi arrossati e pelli irritate. Anche a scopo alimentare viene usato in svariati modi: in chicchi, come farina o semolino previa macinazione delle cariossidi, tostato e poi macinato, oppure prima fatto germogliare e poi ridotto in fiocchi. Sempre più diffuso in questi anni è il caffè d'orzo, che ha eccellenti proprietà nutritive senza risultare eccitante come quello normale. 
SI UTILIZZA: le cariossidi (frutto secco proprio delle graminacee, contenente un solo seme). CURIOSITA': al di là dell'uso in terapia e cucina, sicuramente l'impiego più conosciuto dell'orzo è quello della produzione della birra; questo benefico cereale viene anche usato per la produzione di malto per whisky e per l'alimentazione di bestiame.