giovedì 21 agosto 2014

Alchechengi


Alchechengi (chichingero, ciliegine, erba canina, palloncino) Pysalis Alkekengi-solanacee. RICONOSCIMENTO: erbacea perenne, con fusto eretto (60 cm), angoloso; le foglie sono picciolate, alterne, di forma ovale e appuntita all'estremità, con margine variabile.  
I fiori a stella, di colore bianco-verdastro, sono peduncolati e pendenti all'ascella delle foglie; compaiono dalla primavera all'estate e produce poi in settembre, bacche sferiche, carnose, di un rosso vivace, rivestite da un caratteristico involucro cartaceo che maturando diviene anch'esso rosso-arancio. Abbastanza diffusa in Europa centro meridionale, in Italia è più frequente al nord e al centro, dalla pianura all'alta collina, preferibilmente in pendii sassosi, boschi e macchie di arbusti. 

PROPRIETA': ha un contenuto di vitamina C doppio rispetto a quello del limone; è diuretica, rinfrescante, depurativa e febbrifuga. In particolare le bacche vengono usate per abbassare il livello di acidi urici nel sangue e favorirne l'eliminazione attraverso le urine (gotta, reumatismi, calcoli, idropisia), mentre foglie e steli sono antipiretici e depurativi. 
IMPIEGO: in decotto, infusione e vino medicinale. Il decotto può essere utilizzato per fare irrigazioni, lozioni o impacchi caldi. Le bacche, un pò asprigne, possono essere mangiate crude o trasformate in gelatine o marmellate. Oggi l'uso alimentare prevale su quello medicinale. AVVERTENZE: le bacche raccolte allo stato selvatico non vanno confuse con quelle di eventuali piante velenose. 

SI UTILIZZA: tutta la pianta a scopo medicinale, ma più spesso si raccolgono solo bacche mondate dai calici, raccolte a fine estate-autunno e fatte essiccare. CURIOSITA': le bacche delle specie selvatiche hanno proprietà terapeutiche più marcate di quelle di varietà coltivata.

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