mercoledì 27 agosto 2014

Arnica


Arnica (tabacco di montagna) Arnica montana-asteracee. RICONOSCIMENTO: erbacea perenne; il fusto (40 cm) nasce da una rosetta basale di foglie ovate, con  nervature evidenti e leggermente pelose, e porta due foglie opposte e, in luglio-agosto, un capolino di colore giallo-arancio simile a quello della calendula.  
Frequente in prati e pascoli di montagna (da 800 a oltre 2000 m), dove spesso assume carattere infestante. E' presente sulle Alpi e gli Appennini, difficilmente si rinviene più a sud dell'Emilia. PROPRIETA'nota fin dall'antichità come pianta vulneraria, è anche calmante, revulsiva, analgesica. 

IMPIEGO: olio e compresse calde imbevute del macerato o nel decotto per contusioni e distorsioni; la tintura per decongestionare infiammazioni e punture di insetti; il cataplasma di fiori e foglie pestate per traumi. AVVERTENZE: risulta velenosa in forti dosi o per uso interno (se non in diluizioni omeopatiche). 
La tintura non va mai impiegata pura ma diluita in acqua. Tenere lontano dalla portata dei bambini. Non utilizzare su ferite sanguinanti, vicino a occhi, bocca o organi genitali. Limitandosi alla sola raccolta dei fiori non solo non si metterà a rischio la moltiplicazione della specie, ma si otterranno preparati che, seppure di effetto più leggero, non presentano gli stessi effetti irritanti di quelli a base di radice. 

SI UTILIZZA: foglie, radici e fiori della pianta in piena fioritura, che poi possono venire essiccati. In genere ci si limita alla raccolta dei soli fiori. CURIOSITA': le foglie essiccate in passato venivano utilizzate come tabacco da naso o da pipa. Non viene gradita dal bestiame per il forte odore.

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